Pensare che
anche per questo capolavoro di Miyazaki si è dovuto aspettare 26 anni prima di
vederlo arrivare al cinema ci da la misura della lungimiranza di gran parte dei
distributori nazionali. Per fortuna che la lucky
red ha acquistato i diritti per tutte le opere della Studio Ghibli e pian
piano ci da la possibilità di goderne.
Non so
ancora come abbia fatto il regista giapponese ad aver realizzato un così alto
numero di opere mantenendosi sempre su un
livello così elevato. Probabilmente la risposta più semplice, e anche
più vicina alla realtà, è che Hayao Miyazaki è un genio. Uno dei pochi geni
del mondo del cinema ancora in attività
e capace, ad ogni sua opera, di regalarti un numero di emozioni così alto da
farti compagnia per tanto tempo e farle diventare un ulteriore piccolo
mattone per la tua formazione, anche
quando pensi che l’età della formazione sia finita già da un pezzo…
Laputa, il castello nel cielo diretto nel 1986, è probabilmente il
film che consacra definitivamente Miyazaki come un grande autore di animazione
con una sua poetica ben definita. Nella storia della piccola Sheeta che deve
fuggire da ripetuti tentativi di sequestro da parte di pirati dell’aria e
oscuri corpi militari ci sono tutti i temi abituali del Miyazaki contemporaneo.
Il suo pessimismo sull’uomo ma anche il suo grande amore per tutte le volte che
egli riesce ad entrare in sintonia con il mondo della natura. La passione per
il volo (che ritornerà sia in Porco rosso
che nel Castello errante di Howl) e
per tutto ciò che esso rappresenta.
Contestualizzando
il film all’anno in cui è stato scritto si può sicuramente affermare come Laputa sia il film dell’ingresso nella
maturità artistica di Miyazaki. Vi ritroviamo ancora un forte collegamento con
il creatore di Lupin (le figure divertentissime dei pirati dell’aria richiamano
in maniera precisa il mondo di Lupin con i suoi folli inseguimenti a bordo
della leggendaria 500 gialla) ma, per la prima volta, entrano in scena i temi
elencati prima e che rappresenteranno un chiarissimo marchio di fabbrica del
mondo del creatore di Totoro.
Laputa è una
città che sta nel cielo,come un’Atlantide di stanza sopra le nuvole invece che
negli abissi marini, essa racchiude in sé tutto ciò che di buono (ma per
contrasto anche di malvagio) che la natura
umana può rappresentare. La piccola Sheeta è l’unica persona che può
raggiungerla grazie alla sua nobile discendenza e al possesso della magica gravipietra.
Proprio per questo sulle tracce di Sheeta lotteranno pirati e governi
minacciosi. Con una maestria propria dei grandi Miyazaki traccia in maniera
straordinaria i caratteri dei personaggi del film. Tutti concorrono a
completare l’ennesimo grande affresco miyazakiano. E’ sempre difficile
descrivere le emozioni ma forse serve raccontare della grande serenità che si
impadronisce di te alla fine della visione ringraziando ancora una volta
Miyazaki per ciò che mi ha donato. Per come mi ha insegnato a guardare la
natura (supportato in questo dalle lezioni della mia cagnolina…) e per come
riesce a farmi avere ancora un po’ di fiducia nel mondo.
Sergio