domenica 1 novembre 2015

Le origini del cinema noir



Quando, all’indomani della seconda guerra mondiale, arrivarono in Francia alcune opere cinematografiche che sembravano essere unite da una identica atmosfera narrativa, due critici francesi Nino Frank e Jean-Pierre Chartier scrissero un articolo che probabilmente neanche loro immaginavano potesse dare il nome a uno dei generi cinematografici più affascinanti della settima arte. L’articolo aveva per titolo Les américains font aussi des film “noir” (Anche gli americani fanno film “noir”). I film americani ai quali i due critici si riferivano erano dei veri e propri capolavori del cinema statunitense degli anni Quaranta: Il mistero del falco, La fiamma del peccato, L’ombra del passato, Il postino suona sempre due volte. Le storie di violenza, le atmosfere notturne e i personaggi spesso problematici e malinconici che stavano al centro di quei film, e di tanti altri che furono prodotti negli Stati Uniti a partire dal 1941, facevano ricordare ai due critici francesi il mondo raccontato nei famosi film francesi degli anni Trenta conosciuti sotto l’etichetta di realismo poetico francese (quelli di Carné e Prevert per citare i più celebri). Anche in quelle pellicole infatti l’atmosfera noir era indispensabile per comprendere quell’universo fatto di personaggi che vivevano ai margini. Il noir diventava così un termine pratico e veloce per comprendere la realtà raccontata in quelle opere fino a diventare un genere cinematografico a se stante come il western, la commedia o il musical.
Il noir americano aveva però delle peculiarità del tutto proprie che, pur non organizzandosi mai in scuola vera e propria (come fu per l’espressionismo in Germania), lo rendeva assolutamente originale nel panorama cinematografico mondiale . Per comprendere questo dobbiamo fare un piccolo passo indietro e guardare alla società statunitense degli anni Trenta, dominata dalla crisi economica post 1929 e dalla violenza urbana che tanto bene era stata raccontata nel cosiddetto filone dei gangster movie (a questo filone appartengono capolavori come Scarface o Piccolo Cesare). Il modo di guardare la società in questi film era diretto, crudo; probabilmente per la prima volta la società americana raccontava se stessa mettendo al centro il lato oscuro della propria anima. Questa sensibilità artistica non era esclusiva del cinema ma si era sviluppata anche in narrativa con la celebre letteratura hard-boiled. Autori come Dashiel Hammett e Raymond Chandler avevano liberato le storie di crimini dalle ripetitive strutture dei gialli alla Agatha Christie dove in ogni racconto l’obiettivo unico era trovare l’assassino. Adesso si trattava di raccontare un paese, le sue difficoltà e gli uomini che lo abitavano. Le violenze, gli intrighi, le patologie del mondo narrato nei noir, sia in letteratura che al cinema, divennero uno degli strumenti più affascinanti per parlare dell’America di quegli anni. Il cinema disponeva inoltre di altri vantaggi di non poco conto. Hollywood aveva avuto negli anni Trenta un grandissimo afflusso di professionalità del cinema europeo in fuga dall’Europa sull’orlo del conflitto. Soprattutto dalla Germania nazista un grande numero di registi, attori, direttori della fotografia avevano portato negli Stati Uniti un altissimo bagaglio di arte e professionalità che si vennero ad unire alla grande organizzazione degli studios e alla loro non indifferente disponibilità economica.

Si può affermare quindi che il noir classico statunitense nasce dall’unione di forze rappresentata dalla capacità spettacolare dei produttori americani con la sensibilità artistica europea. In ambito più strettamente tecnico il noir è la fusione del gangster movie americano degli anni Trenta, dell’espressionismo tedesco degli anni Venti e del realismo poetico francese dei primi anni Trenta. La violenza urbana e il mondo cittadino dei film americani, la fotografia quasi metafisica dei film tedeschi con il loro carico di angoscia e i personaggi malinconici e disillusi del cinema francese; ecco come dall’unione di tre cinematografie distanti tra loro poté nascere il noir americano. Parlare di come si sia poi evoluto fino alla fine degli anni Cinquanta (per convenzione si fa terminare il genere con L’infernale Quinlan di Orson Welles del 1958) richiederebbe una trattazione molto ampia. Ciò che di certo abbiamo è che, a partire da quell’investigatore privato di nome Sam Spade interpretato dal leggendario Bogart ne Il mistero del falco di John Huston, il cinema non sarebbe più stato lo stesso.

Sergio

Scena finale "Il mistero del falco" - 1941


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