Ci sono dei periodi nei quali l’assenza di qualcuno, o di qualcosa, diventa più forte. Amplificata da un senso di vuoto che quella presenza nel passato contribuiva a colmare. Il 2 novembre del1975 veniva brutalmente ucciso Pier Paolo Pasolini in circostanze che purtroppo non sono mai state chiarite totalmente. La figura di Pasolini per la cultura italiana degli ultimi decenni è stata talmente importante che risulta superfluo pensare di discuterla.
Un intellettuale completo, presente in quasi tutti i campi della produzione artistica e pienamente figlio del proprio tempo. Con le sue opere, letterarie e cinematografiche, con i suoi articoli, con i suoi studi ci ha permesso di capire la società italiana come pochi altri. Riusciva a vedere talmente lontano da essere ancora oggi, a quasi quarant’anni dal suo assassinio, una figura attualissima. Questa sua attualità ci fa sentire in maniera ancora più forte la sua assenza. La nostra società viaggia su parametri etici, politici e culturali talmente bassi da farci quasi provare vergogna e guardandoci attorno è veramente complicato trovare una voce all’altezza. Il nostro mondo culturale si è quasi ritratto di fronte allo scempio della società italiana attuale rendendoci drammaticamente orfani di figure che, come quella di Pasolini, non avevano nessun timore di entrare quasi quotidianamente nei dibattiti sulle questioni più importanti della vita del paese.
Pasolini ci manca,con le sue contraddizioni, con i suoi furori, con la sua rabbia e la sua capacità di vedere cosa stavamo diventando. In questo spazio, prevalentemente cinematografico, è naturalmente impossibile tratteggiare in maniera adeguata la figura di Pasolini e allora, in poche righe, vorrei che ci possa ritornare la voglia di studiarlo, di apprezzarlo per ciò che ci ha lasciato in eredità. Se oggi dovessi iniziare a far vedere qualcosa di Pasolini a chi non lo ha mai conosciuto, inizierei con La ricotta, episodio di un film collettivo del 1963 (Ro.Go.Pa.G). Per quel film Pasolini fu processato e condannato per vilipendio della religione cattolica, fu costretto ad inserire alcuni cambiamenti e a subire degli attacchi ferocissimi. Oggi i film di Pasolini li trovi comodamente tra gli scaffali delle edizioni paoline a conferma del fatto che il vero artista vede lontano e che quella che allora sembrava una provocazione (ma solo nella malafede di quella borghesia bigotta che sta(va) al potere) non era altro che uno dei capolavori della cinematografia italiana. Dirà Pasolini a proposito di questo film: “L'intenzione fondamentale era di rappresentare, accanto alla religiosità dello Stracci, la volgarità ridanciana, ironica, cinica, incredula del mondo contemporaneo. Questo è detto nei versi miei, che vengono letti nell'azione del film [...]. Le musiche tendono a creare un'atmosfera di sacralità estetizzante, nei vari momenti in cui gli attori si identificano con i loro personaggi. Momenti interrotti dalla volgarità del mondo circostante. [...] Col tono volgare, superficiale e sciocco, delle comparse e dei generici, non quando si identificano con i personaggi, ma quando se ne staccano, essi vengono rappresentare la fondamentale incredulità dell'uomo moderno, con il quale mi indigno. Penso ad una rappresentazione sacra del Trecento, all'atmosfera di sacralità ispirata a chi la rappresentava e a chi vi assisteva. E non posso non pensare con indignazione, con dolore, con nostalgia, agli aspetti così atrocemente diversi che una sì analoga rappresentazione ottiene accadendo nel mondo moderno”.
Quando vidi per la prima volta questo film ne rimasi profondamente colpito e da lì inizio il mio viaggio verso la conoscenza di Pier Paolo Pasolini. Oggi guardavo i programmi delle tv alla ricerca di un piccolo ricordo a uno degli uomini più importanti della nostra cultura ma, naturalmente, nulla è presente. E allora andiamocela a prendere noi quella capacità di indignarci, a saziare quella sete di conoscenza che a molti non fa comodo riconoscerci. Per fortuna la tecnologia ci aiuta e adesso, per sapere, non è richiesto molto sforzo. Solo un po’ di curiosità.
Sergio
La ricotta - P.P. Pasolini
La ricotta - P.P. Pasolini
http://www.youtube.com/watch?v=fU2c8oQ-UPg
RispondiElimina"io non posso perdonare chi passa con lo sguardo felice di un innocente tra le ingiustizie e le guerre, tra gli orrori e il sangue" Bisogna sapere, bisogna conoscere!
Ci manchi ogni giorno di più