giovedì 17 novembre 2011

Stefano Incerti - Gorbaciof


Ci sono dei film che non puoi immaginare di realizzare se non hai a disposizione un interprete all’altezza. Un attore che riesca a dominare anche il più impercettibile movimento delle sopracciglia per metterlo al servizio del personaggio. Io che sono sempre stato (abbastanza) d’accordo con sir Alfred Hitchcock (che alla domanda di alcuni suoi attori su come potessero riuscire a trovare le giuste motivazioni del personaggio rispondeva “nella paga che le viene data”), riesco ancora a ricredermi quando ammiro sullo schermo probabilmente il più grande attore che abbiamo attualmente in Italia, Toni Servillo.
Nel film Gorbaciof di Stefano Incerti, regista eterna promessa del panorama italiano capace di un esordio miracoloso con Il verificatore e poi abbastanza discontinuo nelle opere a seguire, tutto è studiato per permettere a Servillo di regalarci una delle sue più grandi prove attorali della carriera (secondo me superiore anche a Il divo). Il Gorbaciof del titolo è Marino Pacileo, ragioniere napoletano in servizio nel carcere di Poggioreale dove tiene la contabilità dei soldi che i parenti dei reclusi portano ai loro congiunti. Tutti lo chiamano Gorbaciof per quella strana voglia sulla fronte che ricorda l’ultimo presidente sovietico. Gorbaciof-Servillo trascorre le sue giornate tra il lavoro e il retrobottega di un ristorante cinese dove dilapida tutto in infiniti tavoli di poker,il vizio del gioco lo consuma facendolo continuamente perdere denaro in ogni modo possibile. Questo lo porta inevitabilmente a essere attratto dalla grande quantità di denaro che gli passa tra le mani nel suo luogo di lavoro e a cacciarsi in guai più grandi di lui. Ma Gorbaciof è in fondo un uomo buono, solitario, taciturno, timido e riesce ancora a sognare nonostante il grigiore dell’ambiente che lo circonda (una Napoli fotografata in modo magistralmente grigia nei suoi vicoli ormai multietnici). Una donna (la figlia del ristoratore cinese dove Gorbaciof gioca a carte) sarà naturalmente la tentazione che lo porterà a passi forse troppo azzardati. In questo film si parla pochissimo ma è tutto tranne che un film lento, Servillo riesce a dare uno spessore tale al personaggio da rimanere affascinati di fronte a tale bravura; i dialoghi, quando ci sono, non aggiungono moltissimo al film (oppure sono incomprensibili perché fatti in cinese o in un napoletano per esperti).
Alla fine della visione provi un leggero disagio dato dal fatto che, con un pò di accortezza in più in fase di scrittura, questo film poteva diventare un vero e proprio capolavoro e invece alcune leggerezze (soprattutto nel finale) lo faranno ricordare di più per l’immensa prova di Servillo che, comunque,non è poco.
Sergio

Trailer

1 commento:

  1. Hai detto proprio bene, attualmente è il più grande attore italiano e,forse,è anche tra i migliori d'Europa.
    Non dimenticherò mai Titta Di Girolamo, uno dei personaggi che ho più amato nella mi vita

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