Oggi ricorre l'anniversario della morte di uno degli scrittori più grandi che la storia abbia mai avuto. Il 28 gennaio 1881, al suo appartamento di Pietroburgo, si spegneva Fёdor Michajlovič, appena un mese dopo la pubblicazione de I fratelli Karamazov, da molti considerato la sua migliore opera.
Scrivere di una persona così importante mi mette enormemente in soggezione, ma voglio rendere omaggio a questo grande uomo a cui sento di dovere parte della mia personalità. Non esagero se dico che non sarei la stessa persona che sono adesso se non avessi letto Delitto e castigo, o Memorie dal sottosuolo (non so adesso se questo sia un bene o un male).
I libri di Dostoevskij hanno una forza che lascia il segno su chiunque li legga, non si può restarne immuni. Mai ho sentito di persone che sono rimaste indifferenti alle sue letture.
I libri di Dostoevskij hanno una forza che lascia il segno su chiunque li legga, non si può restarne immuni. Mai ho sentito di persone che sono rimaste indifferenti alle sue letture.
Ciò che lo rende così particolare e unico è la sua capacità di capire e di descrivere gli uomini. Non conosco uno scrittore capace, come lui, di scendere in profondità nelle anime delle personaggi. Non so dire come lo fa, so solo che quando finisco di leggere un suo libro sento di aver conosciuto qualcuno, non di aver letto un libro. Io ho conosciuto Raskol'nikov, ho penato per lui, sono stato attratto da Stavrogin, ho avuto voglia di picchiare e di prendere per il culo Pёtr Verchovenskij, e sono anche io un po' innamorato di Sonja. Vedo tutti questi personaggi con un chiaro volto e una chiara personalità, sento anche che ognuno di loro è parte di me.
Lo zio Fёdor (come piace chiamarlo a me e a una mia combriccola di amici) ha anche questa capacità di individuare piccoli germi presenti in ognuno di noi e trasformarli in personaggi. Leggendo le sue opere non possiamo non restarne rapiti, perchè sentiamo che parla anche di noi, che scopre lati della nostra personalità che capiamo di avere solo quando leggiamo.
Io sento dentro di me un piccolo (anche grande) Raskol'nikov, un piccolo (anche grandissimo) uomo del sottosuolo, ho scoperto un piccolo Stavrogin, un piccolo Kirillov, un piccolo Marmeladov.. cazzo, forse anche un piccolo Pёtr Verchovenskij!
Sono tutte conoscenze di parti di me stesso che ho fatto grazie a lui.
Questo peculiare talento di Dostoevskij assume un merito ancor maggiore se pensiamo che questa profondità di analisi psicologica avviene in un periodo storico in cui nessuno aveva ancora parlato di psicologia. Non esisteva ancora il concetto di subconscio, eppure lo zio Fëdor, con la sua straordinaria abilità di capire gli esseri umani e la loro natura più intima, già scavava negli abissi della personalità, muovendo i primi passi in un terreno che sarebbe stato poi tanto percorso nel XX secolo.
A Mosca, visitai la casa-museo. Vidi la casa in cui lo zio Fёdor era cresciuto e aveva mosso i primi passi verso la letteratura.
C'erano i suoi quaderni scolastici, la scrivania a cui si sedeva ogni sera, il baule che usava come letto, la sua penna, la sua giacca e il suo primo rasoio da barba. Era una casa piccola, con poche finestre, molto buia e scarna. Un ambiente che faceva pensare più a un monastero che a un'abitazione.
“Lui amava questa casa, secondo alcuni studi i ricordi di questo posto gli hanno ispirato alcuni tratti dei Fratelli Karamazov” mi disse la guida.
Fu molto emozionante camminare negli stessi luoghi che lui ricordava con tanto affetto.
A sedici anni, Dostoevskij andò via dalla casa che sempre ricordò come il lato più positivo della sua vita. Ancora in lui c'erano solo gli embrioni di quella scioccante sensibilità che venne poi, a seguito degli innumerevoli eventi traumatici che gli piovvero addosso: la morte della madre per tisi, l'uccisione del padre, gli attacchi di epilessia, l'arresto per cospirazione, la condanna a morte, la salvezza annunciata solo sul patibolo, i lavori forzati in Siberia e altri..
Ebbe sin da giovane una forte passione per la letteratura, ma cominciò a scrivere tardi, quando tornò ad essere un uomo libero e quando il congedo militare gli diede il tempo di mettersi davanti a carta e penna.
Sebbene sia certo che tanti furono gli scrittori del '900 che dichiararono di amare o di essere stati influenzati dagli scritti di Dostoevskij (tra i quali Bulgakov, Majakovskij, Grossman, Moravia, Pasolini) mi mancano sufficienti conoscenze letterarie per poter asserire con certezza quale sia la sua effettiva influenza sulla letteratura internazionale.
I miei elogi, che vorrebbero essere senza fine, sono frutto di una gratitudine che ho nei confronti di quest'autore per avermi fatto scoprire dei lati di me stesso che altrimenti non conoscerei.
Spero d'aver lasciato, a chi non ha ancora avuto la fortuna di leggere qualche sua opera, un po' di curiosità.
Un saluto a tutti voi, e uno speciale allo zio Fёdor: Grazie di essere esistito e di aver scritto!
Robin
Chissà se dopo aver letto I fratelli Karamazov sentirai in te anche un piccolo Alёša! :-)
RispondiEliminaVisto che ha parlato della casa natale dello Zio, ti mando il link di una foto scattata da me. Ciao! Casa natale di Dostoevskij