"E' una tragedia o una commedia?"
"Con le donne non si sa mai.."
"Non so se questa è una tragedia o una commedia, però è un capolavoro”
Poi, una persona con una conoscenza cinematografica abbastanza superiore alla mia mi suggerì di accostarmi ai film di Godard in maniera particolare: non come se stessi guardando un film ma come se dovessi “gustare un buon sigaro”.
Dimenticato il primo film, (che se non sbaglio dovrebbe essere Detective, ma non ci giurerei) decisi di guardare, anzi, di gustare, Fino all’ultimo respiro, seguendo stavolta il consiglio suddetto.
Mi lasciai trasportare, ed ebbi un’esperienza cinematografica assolutamente nuova, che ho riprovato solo con altri film di Godard.
Il suo linguaggio è assolutamente unico e originale, a volte apparentemente sconnesso, e, se glielo consentiamo, ci trasporta nel suo mondo con una veracità e una capacità d'illusione che solo lui riesce a darci.
Il titolo, ispirato dal gioco di parole in francese “infame – une femme” già parla da sé.
Il film narra le vicende che si svolgono tra Angela, giovane spogliarellista di Parigi con una smodata voglia di avere un bambino, Emile, suo compagno, che al contrario non vuole saperne di affrontare la paternità, e Alfred, amico di Emile ed aspirante amante di Angela.
La storia, apparentemente banale e frivola, diventa pura poesia sotto l'abile mano del cineasta francese, che, attraverso situazioni al limite del surreale, gioca con i protagonisti e con la storia, regalando alla storia del cinema degli attimi indimenticabili.
Già nei primi fotogrammi, così come in tutto il film, Godard sfrutta la devastante sensualità del personaggio della Karina per stregare lo spettatore e porlo in una posizione di non oggettività.
Angela personifica quella leggerezza, delicatezza e femminilità che fanno perdere la testa a qualsiasi uomo, o, perlomeno, a me.
Risulta molto difficile, almeno per un pubblico maschile, rimanere imparziali di fronte a un personaggio dotato di una carica erotica di questo tipo.
Mi piacerebbe sapere come una spettatrice donna, che nel sensuale fascino di Anna Karina vede più qualcosa in cui immedesimarsi piuttosto che qualcosa da cui essere attratti, possa vivere l'intero film.
Personalmente, quest'attrazione ha influenzato la mia visione in maniera irrevocabile, portandomi ad interpretare qualsiasi scena dal punto di vista di uno innamorato di lei. Magari può essere considerato eccessivo, però penso che se dobbiamo lasciarci andare, con Godard dobbiamo farlo seriamente!
Pochi hanno la sua maestria nel riuscire a giocare coi sentimenti dello spettatore, facendo sorridere e lanciando qua e là spunti di riflessione.
Ai titoli di coda di un film di Godard ci si sente pieni e soddisfatti, col cervello che va a mille come sotto effetto di una droga piacevolmente stimolante.
Viva Godard e Viva la Nouvelle Vague!
P.S. Straordinario l'omaggio al collega Truffaut, dove Jean-Paul Belmondo, al bancone di un bar, si avvicina a una donna e le dice
“Lei? Come va con Jules e Jim?”
“Moderato.” risponde Jeanne Moreau.
MERAVIGLIOSO
Apprezzabile anche l'autocitazione dove Belmondo dice “Stasera in tv danno Fino all'ultimo respiro.” (che bello pensare che un tempo davano film del genere in televisione!)
Robin
Robin
Quando dico che Godard per me è stato un maestro di vita mi riferisco anche all'universo femminile. Mi ha insegnato a guardare me e le altre donne in maniera diversa, con più consapevolezza e più rispetto...e non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi iniziato al cinema come alla vita. Il suo amore per Anna Karina(che io ho sempre adorato), e per le donne in generale, è impetuoso e delicato allo stesso tempo e per questo indimenticabile...
RispondiEliminaGrazie Robin per avermelo ricordato(anche se io sono già Godard-dipendente:D) e per avermi dato la possibilità di parlare ancora una volta di come questo signore mi ha cambiato la vita.
Di nulla vale, attendevo proprio un tuo commento al riguardo. :-)
Elimina