domenica 11 dicembre 2011

David Mamet - Redbelt


Mike Terry (Chiwetel Ejiofor) è un insegnante di Ju Jitsu brasiliano (variante del più antico Ju Jitsu giapponese, sviluppatosi in Brasile agli inizi del '900, grazie a un console giapponese e ai suoi allievi del posto). Crede fermamente nei valori che il vero Ju Jitsu vuole tramandare, è contro il combattimento sportivo, sostenendo che “indebolisce” il vero guerriero; potremmo definirlo un samurai dei giorni nostri.
In una società come la nostra, però, un credo di ferro come il suo ha vita difficile. Le varie intemperie economiche che gli pioveranno addosso metteranno a durissima prova tutti i valori che difende.

Drammaturgo ormai esperto e praticante di arti marziali da tanti anni, David Mamet ci presenta una storia asciutta, ricca di colpi scena, in cui parla di resistenza e di valori, di una società sporca in cui domina solo il dio denaro, e dove anche coloro che rappresentano quelle che dovrebbero essere piccole oasi di purezza, sono marci fino al midollo. Pochi personaggi rappresentano una lotta a questo sistema, una lotta che difende quei valori che non giovano al profitto ma rimangono necessari, sempre e comunque, all'essere umano.

Metafora di tutto: il Ju Jitsu.

Letteralmente “arte della cedevolezza”, il Ju Jitsu è la madre di tutte le arti marziali giapponesi, nata intorno al 1200 d.C. ad opera dei samurai. Il suo concetto fondamentale risiede nella cosiddetta “leggenda del salice”: durante le abbondanti nevicate, i rami di tutti gli alberi vengono spezzati dal peso della neve che si accumula. Il salice, invece, i cui rami sono flessibili, resta intatto perchè la neve scivola sul ramo che “cede” e non contrasta la forza della neve. La leggenda vuole che un samurai, osservato questo fenomeno, applicò il principio di cedevolezza in fase di addestramento, imparando a sfruttare la forza dell'avversario.

Una sceneggiatura a dir poco eccellente, da prendere come esempio per le nuove generazioni di scrittori. Concisa, essenziale, mai banale, in una parola: perfetta.
Magistrale anche l'interpretazione di Chiwetel Ejiofor, che rende così pieno di sfumature il personaggio principale, che vive una lotta interiore tra i valori in cui crede, e la situazione tragica in cui si trova.
Ben lungi dall'essere il solito film di arti marziali che tutti s'aspettano, il regista americano prende come spunto l'enorme e profondissima filosofia del Ju Jitsu per porci una riflessione sulla nostra società, senza voler imporre necessariamente una morale, senza far retorica.
Essenziale, deciso, preciso e necessario, proprio come il Ju Jitsu.


Robin

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