Era il 1995 quando, giovane studente universitario con il
chiodo fisso del cinema, mi capitò di entrare in sala per vedere un film di un
giovane autore statunitense, Richard Linklater. Il film era Prima dell’alba è credo che il motivo
principale che mi spinse ad entrare fu la presenza di Julie Delpy, attrice
della quale non perdevo un titolo dopo averla vista in Film bianco di Kieslowski. Non mi aspettavo niente di più di una
piacevole commedia e non avrei mai pensato, dopo diciotto anni, di parlarne
ancora.
Quel film parlava di due ragazzi, Céline e Jessie, lei
francese lui americano che, su un treno diretto a Vienna, si conoscono, si
parlano e non sanno ancora che da quel momento la loro vita avrebbe preso una
direzione del tutto nuova. Lui dovrà prendere un aereo per tornare negli Stati
Uniti mentre lei deve rientrare a Parigi ma decidono di scendere a Vienna e
prendersi una pausa di una notte. Una notte che passeranno a camminare per le
strade della città, parlandosi, conoscendosi e, probabilmente, amandosi. Poi
l’arrivo dell’alba e la separazione. Ognuno verso la propria destinazione ma
con una promessa: rincontrarsi dopo sei mesi nello stesso posto. Un’opera piena
di dialoghi ma avvincente, perché in quel film c’era molto di più di un semplice
incontro tra due ragazzi, c’era tutta la vita che due ventenni sognano di
avere, con i desideri, le paure e il coraggio che solo a quell’età puoi
possedere. Passarono i giorni e mi accorsi che quel film l’avevano visto in
tanti, all’università tra dotti disquisizioni letterarie e ansia da esami
vicini arrivava il momento in cui si parlava di cinema e su questo strano film che
tanti avevamo visto. “Ma tu cosa avresti
fatto al posto di Céline?” chiedevo alle ragazze illudendomi di trovare la
chiave per comprendere l’incomprensibile, “e
perché Jessie decide di prendere quel maledetto aereo?” mi rispondevano. Da
lì, e a partire da quel film, si parlava della vita, dell’amore e dei sottili
equilibri della vita. Il cinema compiva la sua magia, avvicinava le persone e
aiutava a farle conoscere.
Passano gli anni, il periodo universitario è un bellissimo
ricordo ma ero alle prese con situazioni nuove, tante cose erano cambiate in me
tranne la passione per il cinema. E’ il 2004 e al cinema arriva Prima del tramonto, stesso regista e
stessi attori di dieci anni prima. Credo di essere entrato allo spettacolo
pomeridiano tanta era la curiosità di ritrovare di nuovo Céline e Jessie. Hanno
dieci anni in più, hanno da poco superato i trenta e anche io ho la loro stessa
età. Si rincontrano per caso, o forse no, sono a Parigi in una libreria, lui è
diventato uno scrittore e presenta il suo libro che parla di un incontro a
Vienna di dieci anni prima. Ecco la vita che riannoda se stessa. Tutto scritto
a tavolino? Poco credibile? No, un altro grande film, altri dialoghi di
altissimo livello, comincio a capire quelli che avevano l’età di Antoine Doinel
nei film di Truffaut di quarant’anni fa. Il cinema segnava di nuovo delle
esistenze con i ritmi esatti, senza scarti veloci, prendendosi il tempo giusto,
il tempo della vita che è anche quello degli spettatori che crescono assieme ai
personaggi. Il film terminava con una delle scene più sensuali del cinema
moderno, Céline mette su un disco di Nina Simone, le note di Just in time la accompagnano nei
movimenti mentre la macchina da presa rende la sua immagine eterna. Non sai
cosa accadrà di loro, vivranno insieme? Si separeranno? Ma in fondo sono
domande inutili, sarà il tempo a dirlo, non si può fare altro che aspettare e
nel frattempo continuare a vivere la tua di vita.
Passa un altro decennio, siamo ai giorni nostri, l'esistenza ha compiuto un’altra rivoluzione copernicana, tutto è di nuovo cambiato (tranne
ovviamente l’amore per il cinema). Arriva Before
midnight, Céline e Jessie rientrano ancora nella mia vita, adesso sono per
me come due vecchi amici, non mi stupisco del loro arrivo. Guardo il film e mi
sembra di non essere più uno spettatore ma un protagonista della storia
raccontata. Nel film c’è forse un tono più disilluso rispetto al passato ma a
quarant’anni non si sogna allo stesso modo dei venti, diventi più
consapevole dei traguardi raggiunti e sai che per mantenere l’equilibrio devi
trovare il giusto compromesso tra i sogni dei tuoi vent’anni e le responsabilità
dei tuoi quaranta quando, per la prima volta, cominci a capire che il tempo che
passa diventa pian piano il tempo che resta. Guardo il film da solo prima dell’inizio
della mia lezione e penso, mentre mi avvicino alla fine, che una delle grande
differenze con quella prima visione di diciotto anni prima sta nell’assenza di
condivisione con gli altri. Sarò rimasto l’unico folle ad emozionarsi ancora
alla storia di Céline e Jessie? Mentre me lo chiedo entra un mio allievo che dà
uno sguardo allo schermo e dice “Before
midnight, che bello, l’ho visto qualche giorno fa,non ho perso nessuno dei
loro film…”. Iniziamo a parlare del film mentre Il cinema ritorna, ancora una
volta, a spiegarmi la magia della vita e sui titoli di coda la voce
straordinaria di Céline mi sta, probabilmente, dando un altro appuntamento.
Clip - Prima del alba
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