Riflettevo in questi giorni sul perché molte persone si scambiassero domande su ciò che facevano dieci anni fa mentre l’undici settembre portava con sé, assieme alla tragedia, uno dei più grandi caroselli mediatici che la storia della comunicazione ricordi. Sono onestamente infastidito da tutte le tavole rotonde sul cambiamento percettivo che l’undici settembre ha provocato nel sistema globale; la letteratura dopo l’undici settembre, il cinema dopo l’undici settembre, la politica dopo l’undici settembre… il tutto mi puzza di speculazione a basso costo fatta da chi ritiene che il potere dei media debba “naturalmente” essere più potente dell’evento stesso. Meditando su tutto ciò mi accorgo che il calendario segna il 17 settembre e nessuno mi chiede cosa facessi nel 1982 mentre si consumava un altro degli eccidi più agghiaccianti del secolo, quello del campo profughi di Sabra e Chatila, quando i miliziani cristiano libanesi uccisero, tra il 16 e il 18 settembre, un numero imprecisato di arabi palestinesi (il numero non si è mai saputo con certezza, si oscilla tra gli 800 e le 3000 vittime). Questo mentre le forze israeliane controllavano fuori dal campo che tutto andasse velocemente e la comunità internazionale levava solo qualche flebile voce di protesta ma non troppo forte perché la diretta televisiva non si poteva fare. E allora ecco che di Sabra e Chatila si occupano gli storici e quelli che vogliono capire perché eventi del genere possano ancora capitare nell’epoca contemporanea (e chi si impegna un po’ sicuramente non affermerà più che l’undici settembre rappresenta uno spartiacque storico ma, al massimo, una tragica consequenza).
Ogni tanto qualche voce per fortuna ci ricorda quell’evento e prova a farci capire un po’ di più. E’ il caso del bellissimo film di animazione di Ari Folman, regista israeliano che con il suo Valzer con Bashir ci consegna una delle più struggenti testimonianze di quello che furono quei tre giorni di settembre dell’82. La storia del film narra di un uomo che partecipò, dentro le fila dell’esercito israeliano, a quegli eventi ma, stranamente, di non serbarne più memoria. Si mette quindi alla ricerca di suoi vecchi commilitoni che erano con lui in quel tempo e, dal frammento che ognuno di essi riporta a galla, si delinea quello che successe veramente in quel luogo. Mai film d’animazione aveva rappresentato in maniera talmente forte un episodio così devastante e forse viene da pensare che realtà simili, per riprodurle, puoi soltanto trasfigurarle visivamente. Alla fine del film,quando il disegno lascia spazio ai filmati d’archivio girati dai primi soccorritori riusciti ad entrare nel campo la mattina del 19 settembre, ti rendi conto di quanto tutta l’opera sia pervasa da una rabbia mista ad impotenza. Un violento pugno nello stomaco che ci colpisce tramortendoci e spiegandoci come l’amnesia sia un’utile rimedio che l’uomo provoca su se stesso per superare ciò che non fa bene ricordare. Come tutti noi che non ricordiamo cosa facevamo in quei tre giorni di settembre o non ne sapevamo neanche l’esistenza…
SergioTrailer
Quanti sono gli eventi importanti a cui è lasciata poca considerazione perchè solleverebbero domande troppo scomode.. innumerevoli! Mi viene da pensare all'omicidio di Peppino Impastato cacato pochissimo dai media (il ritrovamento del corpo di Aldro Moro è stato un ottimo diversivo mediatico!). E senz'andare troppo lontano nel passato.. penso che se Israele bombarda gli ospedali della striscia di Gaza (pochi mesi fa) i giornali tacciono, o al massimo dedicano al fatto un trafiletto a pagina 42, accanto ai nuovi acquisti del milan.
RispondiEliminaL'11 settembre fa troppo comodo a troppe persone, è stato (e continua ancora a essere) lo spunto ideale per qualche giornalista avvoltoio e senza scrupoli per vomitare pagine e pagine strappalacrime di futili eroismi nazionalistici.
Sul massacro di Sabra e Shatila si sa poco e niente, (io per primo, so pochissimo) è una realtà troppo scomoda.
Coraggiosissimo questo regista, non ho visto il film ma lo farò al più presto. Sembra bellissimo.
Mi sorprende onestamente che non sia stato censurato.
Uno dei film più struggenti ed emozionanti che abbia mai visto.
RispondiEliminaAndrebbe conservato con estrema cura e mostrato nelle scuole per sopperire alla mediocrità dei libri scolastici e dei programmi ministeriali
"A questo orizzonte di affaristi e di imbroglioni" che scrivono libri sul cinema dopo l'undici settembre... dedico il mio disgusto.
RispondiEliminaQueste righe mi consolano... non di sola paraculaggine vive l'uomo.