venerdì 16 settembre 2011

Hayao Miyazaki - Il mio vicino Totoro


Come già era successo per Porco rosso anche per Il mio vicino Totoro abbiamo dovuto aspettare tanti anni in Italia prima di avere la possibilità di ammirarlo (il film è del 1988). Ma per fortuna i capolavori non invecchiano e allora poco importa se fai la conoscenza di Totoro quando già in tutto il mondo la sua figura è estremamente familiare. Totoro è il simbolo della casa di produzione di Miyazaki (la leggendaria Studio Ghibli) e addirittura il suo nome è diventato anche quello di un asteroide scoperto nel 1994.
Come un film e un personaggio riescano a diventare talmente familiari nell’immaginario collettivo ci porterebbe a discorsi complicati sul potenza del cinema e sulla sua capacità di farti diventare ciò che guardi. Della magia nello scoprire che ti emozioni quando una bambina di tre anni che ti sta accanto, vedendoti con in mano un’immagine del film,  esclama tutta contenta: “ma questo è Totoro!”, e allora io, vecchio cinefilo (probabilmente anche un po’ noioso), risento spuntare l’entusiasmo di condividere le mie passioni e di imparare ancora, anche attraverso gli occhi di quella bambina, quello che il cinema non mi ha ancora detto.
Il film è la storia di Satsuki e Mei, due sorelline di quattro e undici anni, che vanno a vivere in una casa di campagna assieme al padre per avere la possibilità di stare più vicini alla clinica dove la madre è ricoverata. In questa casa e nei campi circostanti le piccole faranno la conoscenza con un universo magico, una realtà che agli adulti non è permesso vedere; gli spiriti della fuliggine (che torneranno nella Città incantata), il Gattobus e naturalmente Totoro, uno spirito buono della natura con la forma un po’ di orso e un po’ di talpa. E’ Totoro che guiderà Satsuki e Mei nella scoperta di un mondo nuovo e le proteggerà da eventi che ancora stentano a comprendere. Tutto Miyazaki è probabilmente in questo film magico con dei disegni che sono dei capolavori di arte grafica. Forse un giorno riuscirò ad andare a Tokyo e allora sono sicuro che dopo avere reso omaggio a Yasujiro Ozu mi perderò all’interno del museo Ghibli per ricordarmi di tutto quello che da bambino sapevo già ma che poi l’età mi ha fatto scordare.  
Sergio

Trailer

Nessun commento:

Posta un commento