mercoledì 29 giugno 2011

Casablanca - Michael Curtiz



Non ricordo più la prima volta che ho visto Casablanca. Non è stato molto tempo fa, ma non è stata quella volta a segnarmi.
E’ difficile anche per la persona meno sensibile non commuoversi con Casablanca, se poi si conta che un film possa portare ricordi personali molto forti, posso dire che è impossibile per me vedere questo film e non versare qualche lacrima in certe scene.
E’ bello quando un film non porta con se soltanto il suo valore intrinseco, il suo significato, le sue immagini, la cura della sceneggiatura etc..
Casablanca è per me uno di quei film che manda una quantità sconfinata di emozioni, legate non solo alla storia, ma soprattutto a particolari momenti e a particolari persone.

E’ talmente conosciuto che non serve che scriva qualcosa per suscitare la curiosità di chi ancora non ha pianto su questo film. Chi non ha avuto ancora questa fortuna, comunque ne avrà già sentito parlare a sufficienza per farsi destare un minimo di interesse.
Quello di cui vorrei parlare è invece la forza con cui il cinema avvicina la gente, e suscita emozioni assolutamente esclusive, con sfumature diverse da persona a persona.
Certe opere assumono un valore speciale perché condivise con qualcuno, e spesso queste opere rappresentano un punto di contatto, e riescono a rendere magici dei momenti che altrimenti potrebbero essere solo belli.
Questo è spesso il motivo per cui siamo legati a film visti nell’infanzia, per quanto alcuni possano raggiungere livelli di banalità che se li vedessimo oggi per la prima volta penseremmo che solo un idiota potrebbe stare a guardare certa roba. Eppure suscitano sempre un sorriso quando li rivediamo, non possiamo fare a meno di ricordare, guardando quelle immagini, di come il nonno preparasse la videocassetta mentre la nonna preparava i panini, e si ripetevano a memoria le battute del film insieme alla sorella o ai cugini o ai compagnetti di classe. E scatta sempre un piacevole senso di complicità quando incontri qualcuno che ti dice “Oh, anch’io da piccolo/piccola lo adoravo questo!”
E quante volte i gusti cinematografici, o musicali o letterari fanno avvicinare le persone, talvolta accendono anche la scintilla per amori fortissimi e duraturi.
“ -Come vi siete conosciuti?
-       Entrambi amavamo Pessoa ed eravamo affascinati dalle foto di Cartier-Bresson”
“E così anche tu ami il Maestro e Margherita..”
“-Quale preferisci della trilogia dei colori?
  -Il rosso
  -Anche io,  ma il Bianco lo amo pure.
 - (Sorriso)
 - (Sorriso)”
Accade anche l’opposto, forse con esagerazioni:
“-Ti piacciono i Led Zeppelin?
-       Chi?
-       Dimenticami!”
Forse può essere considerato un eccesso, ma entro certi limiti credo sia normale; d’altra parte, statisticamente, non mi sono mai trovato a mio agio con qualcuno che leggesse Moccia o fosse un patito dei cinepanettoni. Diventa una questione non più solo di gusti, ma di tipologia di sensibilità.
E’ ovvio che non si può conoscere tutto, ma tra due persone che hanno uno stesso tipo di sensibilità scatta anche il piacere di far scoprire all’altro/a qualcosa che ami.
A una persona molto importante una volta, feci conoscere Jules et Jim. Già io amavo questo film con ogni fibra del mio corpo, mi trasmetteva emozioni fortissime.
Visto il film, lei aspettò la sera e mi chiamò, e mi disse: “Questo film ha un po’ cambiato la mia vita”. E’ stato un momento bellissimo.
Per una serata abbiamo parlato di Jules et Jim, di Truffaut, di quello che il film aveva significato per lei e di quello che aveva significato per me. Alla fine della serata, Jules et Jim aveva acquisito un altro valore, legato anche a quella conversazione, e anche adesso, quando riguardo il capolavoro di Truffaut, non posso fare a meno di sorridere ripensandoci.
Trovo bellissimo tutto ciò.

Ho scelto Casablanca come pretesto per affrontare questo discorso perché ho notato che statisticamente ha questo potere più di altri film. Da tante persone ho sentito dire “Ah.. quanti ricordi con Casablanca..”
Non so se è stato solo un caso che io abbia incontrato persone le quali hanno vissuto qualcosa in particolare con Casablanca, o è Casablanca in sé che ha la forza di rendere speciale e magico il momento della sua visione.
Mi piace credere a questa seconda ipotesi.
Le atmosfere di nostalgia per Parigi, dei bei tempi andati con Ilsa alla Bella Aurora, l’angoscia dei fatti più grandi e poco gestibili del presente, la necessità di una nuova separazione, sono tutti elementi fortissimi, che forse un po’ tutti possiamo collegare a fatti personali. Chi, d’altra parte, non ha mai avuto nostalgia di qualcosa o non ha mai dovuto affrontare decisioni dure?
 “Se lui parte e tu rimani un giorno sarai presa dal rimorso, non oggi e forse neanche domani. Ma presto o tardi, e per tutta la vita.”
Fin troppo facile immedesimarsi in situazioni del genere: lasciare qualcosa che si ama per qualcosa di più importante. Piangendo sì, avendo nostalgia, tenendosi dentro tutte le belle cose del passato e sapere che nessuno potrà mai togliercele
“avremo sempre Parigi..”
Ma anche guardando sempre in avanti, tenersi sempre aperti alle nuove esperienze, pensare sempre che una nuova conoscenza può essere “l’inizio di una meravigliosa amicizia”

Ogni tanto sento il bisogno di rivedere Casablanca, ha l’effetto benefico di esorcizzarmi paure e nostalgie e lasciarmi con la speranza. Il tutto al basso prezzo di qualche lacrima.

Robin

Suonala Sam

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