A Helsinki esiste un bar molto frequentato dai giovani del posto. Si chiama “Corona”. Proprio sopra questo bar ci sta un cinema l’ “Andorra”. Entrambi sono di proprietà dei fratelli Aki e Mika Kaurismaki, due registi cinematografici. Il cinema non è mai molto affollato ma i tavoli da biliardo e i banconi del bar invece sì. Sembrano due luoghi concettualmente distanti ma sono convinto che Aki Kaurismaki, uno dei più grandi registi contemporanei, non sarebbe felice di dover scegliere tra il Corona e l’Andorra. Pensavo a questo mentre ripercorrevo mentalmente i film di Aki Kaurismaki e alla sua capacità di rappresentare la condizione esistenziale (perlopiù tragica) dell’uomo moderno con la semplicità di una chiacchierata davanti a un boccale di birra. Spesso mi trovo a cercare di combattere i pregiudizi di chi pensa che se si trattano temi eterni in un film come la vita, la morte, la felicità, la tristezza debba necessariamente venire fuori un’opera difficile da vedere. Ma naturalmente non è così. I film di Kaurismaki riescono ad essere di una leggerezza unica (certo non per chi è cresciuto guardando solo il cinema da prima serata delle tv commerciali). Mi viene difficile pensare a film poco riusciti del regista finlandese, anche il meno bello riesce sempre a darti una carica di umanità che molti altri registi neanche dopo una carriera riescono a mettere nei propri lavori. In fondo se hai delle qualità e realizzi un’opera con onestà, senza avere l’obbligo di accontentare nessuno, a parte la stima di te stesso, non è difficile trovare degli artisti che riescono ad avere sempre una qualità altissima delle loro opere.
Kaurismaki è probabilmente il regista più disilluso della storia del cinema, il suo pessimismo nei confronti della società nella quale viviamo è totale ma questo invece di portare a un nichilismo distruttivo lo conduce a esaltare l’umanità dell’essere umano. I protagonisti dei suoi film sono continuamente devastati dalla vita ma la loro umanità non soccombe mai e qualcuno come te alla fine lo incontri sempre, per berci una birra o per costruirci una storia, in ogni caso per scoprire che non sei completamente solo. Non c’è bisogno di rifugiarsi nella religione per sopportare un’esistenza di disagi. Serve l’umanità, la coerenza, come antidoto a un mondo sempre più indifferente alle persone che lo vivono. Ho sempre pensato che il cinema tra i suoi tanti meriti possiede quello di renderti la vita migliore. Nei momenti difficili mi fanno sempre compagnia molti dei protagonisti dei film di Kaurismaki, da Ariel alla Fiammiferaia, dai protagonisti di Nuvole in viaggio al Jean Pierre Leaud di Ho affittato un killer fino agli ultimi capolavori come L’uomo senza passato e Le luci della sera. La loro forza diventa lo strumento attraverso il quale riesci sempre a guardare avanti con più ottimismo. Ad avere la forza di non rinchiuderti in te stesso. Prima o poi cercheremo di proiettare la sua opera nel nostro spazio, magari anche quella del fratello Mika che pur non avendo le qualità di Aki ci ha regalato opere assolutamente lunari come quel Rosso girato tra Helsinki, Catania ed Acitrezza, popolato da personaggi surreali e poetici. Film mai uscito in Italia e che riuscì a procurarmi dopo varie traversie direttamente da una biblioteca di Helsinki scoprendo con gioia che era parlato in italiano con i sottotitoli in finlandese…
Sergio
Sergio
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