Da ogni immagine, costruita sempre con minuziosa cura, traspare, in maniera quasi tangibile, il vuoto morale e il regime di paura e terrore in cui i protagonisti sono costretti a vivere, abbandonati al loro destino come animali da macello.
Ogni inquadratura, infatti, arriva dritta alla pancia, lasciandosi addosso sporcizia ed orrore, così come ogni sguardo e ogni gesto del Tony Manero cileno, con il suo volto scavato, il suo sguardo perso nel vuoto, eppure alla continua ricerca di una soddisfazione personale, e la sua andatura dondolante. Un mostro, apparentemente innocuo, rabbioso e voglioso di apprezzamento e consenso fino ad esplodere in un’ira incontenibile.
E’ chiaro come questo film sia un attacco implicito al regime dittatoriale di Pinochet, alla sua amoralità, alla sua mancanza di valori guida, sostituiti da crimini efferati, dimenticati ed insabbiati come ormai la dignità umana. Ed è per questo che dietro la figura di Tony Manero io vedo proprio Pinochet, il suo democidio e la sua voglia di stare sul palcoscenico accompagnato dagli applausi dei suoi fans.
Valeria
guarda il trailer
Nessun commento:
Posta un commento