Martin Scorsese ha sempre amato la buona musica e il suo cinema è pieno di brani (soprattutto rock) che hanno fatto storia. Sono diversi i documentari che ha girato sui suoi artisti preferiti, “Shine a light” sui Rolling Stones del 2008, “No direction home” su Bob Dylan del 2005 ma è nel 1976 che, a mio giudizio, gira una delle sue opere musicali migliori: “The last waltz” storico concerto d’addio del leggendario gruppo “The Band” a San Francisco. Il film-concerto dura poco meno di due ore ed è una passerella incredibile di star, tutti musicisti che hanno avuto il gruppo come spalla durante la loro carriera: Joni Mitchell, Neil Young, Bob Dylan, Eric Clapton, Van Morrison, Muddy Waters e tanti altri. Nel film naturalmente si è dovuta fare una selezione. Quel giorno a San Francisco si cominciò a suonare alle cinque del pomeriggio e si finì oltre le due del mattino per una maratona musicale da ricordare.
Scorsese fa srotolare il film in maniera molto classica, intervallando ogni brano con interviste alla band ma il controllo che esercita sull’opera è totale. Decise lui stesso la scaletta del concerto e la scenografia del palco. Il risultato è un magico connubio tra immagini e musica che restituiscono il sapore di un magico periodo musicale purtroppo svanito. E’ bellissimo rivedere Joni Mitchell cantare Coyote nel momento più alto della sua carriera o riscoprire Dr. John mentre esegue Such a Night. E che dire del bellissimo finale nel quale tutti insieme cantano I shall be released? Si guarda e si ascolta il film e nel frattempo ripensi, con un pizzico di malinconia, a come quella musica abbia significato tanto nella vita di una generazione e di come a molti ragazzi di oggi quei nomi non dicono più niente. Anche Scorsese ebbe a dire che quel film rappresentava la fine di un’era.
Il vecchio rock se ne stava andando ma quella sera gridava ancora forte.
Scorsese fa srotolare il film in maniera molto classica, intervallando ogni brano con interviste alla band ma il controllo che esercita sull’opera è totale. Decise lui stesso la scaletta del concerto e la scenografia del palco. Il risultato è un magico connubio tra immagini e musica che restituiscono il sapore di un magico periodo musicale purtroppo svanito. E’ bellissimo rivedere Joni Mitchell cantare Coyote nel momento più alto della sua carriera o riscoprire Dr. John mentre esegue Such a Night. E che dire del bellissimo finale nel quale tutti insieme cantano I shall be released? Si guarda e si ascolta il film e nel frattempo ripensi, con un pizzico di malinconia, a come quella musica abbia significato tanto nella vita di una generazione e di come a molti ragazzi di oggi quei nomi non dicono più niente. Anche Scorsese ebbe a dire che quel film rappresentava la fine di un’era.
Il vecchio rock se ne stava andando ma quella sera gridava ancora forte.
Nessun commento:
Posta un commento