domenica 26 giugno 2011

Werner Herzog - My son, my son what have ye done


Prepararsi a vedere un film di Werner Herzog prodotto da David Lynch ti mette sin dall’inizio una curiosità e un’attesa particolare. Probabilmente perché si tratta di due autori che ci hanno regalato tra i capolavori più belli e inquietanti della storia del cinema.
My son, my son, what have ye done è uscito in Italia a settembre dello scorso anno e rappresenta sicuramente un piccolo riscatto da parte dell’autore Tedesco dopo l’infelice prova de “Il cattivo tenente, ultima fermata New Orleans” inutile remake del capolavoro di Abel Ferrara. Negli ultimi vent’anni Herzog ci aveva fatto vedere tra i documentari migliori mai visti al cinema (ne riparleremo sicuramente) e aveva un po’ fermato la sua produzione di lungometraggi . Adesso sembra aver ripreso con buona lena anche questo versante narrativo e anche se siamo ancora distanti dalla genialità dei suoi titoli degli anni Settanta (Aguirre, Nosferatu, Woyzeck), chi ama il suo cinema non può non riconoscere la sua mano. My son… inizia quando i fatti sono già accaduti, un omicidio di una donna da parte del figlio, tutto il film è il tentativo di capire i motivi che conducono il ragazzo a questo gesto. Il suo lento scorrere nei meandri della follia attraverso viaggi esotici, richiami mistici e rapporti educativi castranti.
La mano di Lynch si avverte in maniera forte con personaggi che sembrano usciti direttamente dai suoi film (la madre possessiva o il nano onirico) e che, associati ai temi ricorrenti herzoghiani (l’incombenza assoluta e preponderante della natura con la sua forza e i suoi animali curiosi, in questo caso fenicotteri e struzzi…), producono un risultato abbastanza disturbante (ed è ovviamente un punto a favore). Peccato che alcune scelte narrative non siano poi portate fino in fondo come se il girare all’ombra degli studios americani tarpi (in)consapevolmente le ali della fantasia di Herzog facendolo fermare sempre un attimo prima dello scatto verso l’ignoto (in quel terreno che nel passato ha prodotto i suoi capolavori).
Il film è tratto da una storia vera, un omicidio, avvenuto nel 1979, di una donna da parte del proprio figlio successivamente dichiarato non sano di mente; si dice che Herzog incontrò quest’uomo alla fine degli anni Novanta andandolo a trovare nel camper dove viveva e di esserne rimasto molto colpito a causa della sua follia tanto da non volerlo più vedere. Conoscendo un po’ Herzog questo tizio doveva proprio essere particolare…

Sergio

2 commenti:

  1. L'ho appena visto e sono d'accordo con te quando dici che Herzog si ferma sempre un attimo prima di fare il salto nell'ignoto...il film non fa altro che esplorare la follia di quest'uomo senza fornire una chiave logica che spieghi il suo gesto.
    I personaggi Lynchani erano chiaramente disturbanti, e questo mi è piaciuto (il nano mi ha ricordato molto il personaggio inquietante di Lost Highways)!

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  2. Infatti Mary Ann, se Herzog si fosse spinto un pò più avanti avrebbe sicuramente realizzato un'opera ancora migliore (senza necessariamente tentare spiegazioni "logiche"). D'accordo anche sui personaggi lynchiani, il nano è un suo marchio di fabbrica...

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